Cultura e Spettacoli

Seconda Edizione a Teora della Festa della Croce

Teora - Festa della Croce 206.05.2014 - Il Centro di Ricerca Tradizioni Popolari "La Grande Madre", lo scorso anno, inserì la Festa della Croce di Teora nel programma "Le ricorrenze della Grande Madre". Parteciparono all'evento anche i Comuni di Castelfranci, Prata Principato Ultra e Bonito.
L'esperienza di Teora, supportata dall'Amministrazione comunale del sindaco Farina, da Irpiniaturismo e da tutti i cittadini teoresi, che parteciparono numerosi e convinti, fu davvero "fantastica". Molto della buona riuscita dell'evento la si deve ascrivere anche alla presenza autorevole dell'antropologo Valerio Ricciardelli ed alla voce calda e coinvolgente di Gerardo Lardieri.
La Grande Madre, per mantenere l'impegno con la propria presenza, ha partecipato anche quest'anno affinché la tradizione recuperata sia mantenuta e rafforzata nel tempo.
L'edizione di quest'anno ha visto come organizzatori: l'Amministrazione Comunale, il Centro di Ricerca La Grande Madre, ACET, lo Slow Food-Terra Madre, il Comitato Festeggiamo Teora, l'ACR Parrocchiale, la Confraternita della Misericordia, la Pro Loco, il Forum Giovanile, l'Associazione Femminile Te...ieri, Te...ora, Te...sempre, con la chitarra di Gerardo Lardieri, che hanno invitato tutti quelli che avevano l'intenzione di festeggiare l'inizio della bella stagione alla luce dell'insegnamento di Gesù e della sua Croce, della compartecipazione, dell'amicizia e, perché no, dell'allegria ad andare a Teora.
Il ciclo delle manifestazioni, dedicate alla riscoperta ed alla valorizzazione delle feste religiose dal sapore agreste, era iniziato a gennaio con i fuochi di Sant'Antonio Abate a Castelfranci, altro comune che ha aderito al progetto del Dipartimento di Antropologia del CDPS, insieme a "Agenzia di promozione del territorio Irpinia Turismo", i Comuni di Prata PU, Bonito e Teora, dove, il 5 maggio, à stato valorizzato il pellegrinaggio alla Santa Croce, la chiesetta di campagna ai confini del comune di Teora e Lioni.
L'intento del progetto è quello di riprendere le tradizioni sacre legate alla terra, riviverle e raccogliere testimonianze per capire come erano svolte e comprenderne appieno la valenza sacra e sociale. E, quella della Santa Croce è una tradizione antica, che Teoresi e Lionesi cercano di mantenere in vita.
I pellegrini partivano dai paesi e dalle contrade, recando con sé il cesto per il bivacco; attraversavano boschi, valli; si fermavano per ristorarsi a qualche fontana, poi proseguivano per viottoli interpoderali fino alla chiesetta, posta su un poggio, tra la Valle del Sele e la Valle dell'Ofanto, in località Serra dei Mortai.
Oggi la chiesetta è una ricostruzione post terremoto. Come in tutti i pellegrinaggi, anche qui i fedeli arrivavano in orario per la messa e, una volta assolto all'impegno religioso, si accampavano tra le margherite e l'erba tenera per consumare cibo e vino. Secondo la buona tradizione teorese, non mancava qualche strumento musicale e i balli tradizionali erano l'occasione per nuovi approcci amorosi tra i giovani, divertimento per gli altri.
Teora Festa della Croce 1Si tratta di una festa di primavera, come tante altre dedicate alla Madonna, da Anzano, la Madonna dei quattro paesi ad Andretta, la Stella Mattutina, l'Incoronata di Foggia, feste che celebrano la rinascita della natura e la Madonna come madre universale, la Grande Madre che richiama alla memoria le antiche madri mediterranee. Nello specifico la festa della Santa Croce ricorda la restituzione, il 3 maggio 628, della Croce di Gesù, da parte dei Persiani che l'avevano trafugata nel 614 dopo la conquista di Gerusalemme.
La festa ebbe consenso presso la gente dei campi, perché cadeva in un periodo dell'anno molto delicato, il momento in cui cioè la spiga del grano spunta dalle foglie e inturgidisce. Le croci erano portate in processione per i campi, in modo da propiziare e benedire il raccolto; altre croci di canna venivano piantate tra le messi a protezione delle colture.
A questa ricorrenza è legato l'albero del noce ed i suoi frutti, perché i contadini, in questa giornata, cingevano i tronchi dei noci di corde, fatte di culmi di grano e avena fatua. Sembra che questo rito, inoltre, proteggesse i frutti dalle larve.
Altro proverbio dell'ambiente agreste, legato alle noci, riguarda la Croce di settembre, quando i frutti sono prossimi all'abbacchiatura: Santa Croce pane e noci.
In tutte le culture esiste un albero Cosmico, dall'Oriente all'Occidente; protagonisti sono i grandi alberi della flora locale che, con le loro dimensioni, suggerivano una congiunzione tra la terra e il cielo. Tali alberi, col cristianesimo, modificano la loro simbologia, e diventano l'albero della Croce.
teora - Festa della Croce 2013La croce, dunque, si ripropone come albero cosmico, elemento di congiunzione tra cielo e terra, tra la sfera umana e divina.
Si ipotizza, altresì, che sulle antiche floralia romane si siano innestate le influenze celtiche con l'adorazione degli alberi e che la Chiesa, come è sempre accaduto, abbia tradotto la fede naturale dei popoli pagani, trasformandola nei complessi dogmi del cristianesimo.
Il programma del 5 maggio prevedeva la partenza da Teora alle ore nove, il pellegrinaggio a piedi attraverso antichi sentieri, la messa alle undici, la colazione a sacco da consumare rigorosamente sull'erba, da condividere con il gruppo, l'intrattenimento musicale con balli e canti dell'Alta Irpinia. Alle ore diciassette convegno con il saluto del sindaco di Teora, Stefano Farina, e del parroco don Pasquale Rosamilia; con le considerazioni sul valore sociale e terapeutico dei pellegrinaggi da parte dell'etnomusicologo Valerio Ricciardelli; con una relazione storica sulle feste primaverili precristiane da parte del prof. Paolo Saggese; le indagine sui costumi locali di Gerardo Lardieri, referente per il progetto, e l'intervento di Emidio De Rogatis ricercatore delle tradizioni teoresi . Ha coordinato e moderato i lavori, la giornalista Franca Molinaro.