Cultura e Spettacoli

Presentazione del volume “Un villaggio nella pianura. Ricerche archeologiche in un insediamento medievale del territorio di Sant’Agata Bolognese”

ricostruzione del villaggioPietro Luciano - 28.013.2014 - La Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, il Comune di Sant'Agata Bolognese, l'Unione di Terre d'Acqua, il Museo Archeologico Ambientale, domenica 6 aprile 2014, alle ore 16.00, nella Sala del Consiglio Comunale di Porta Otesia a Sant'Agata Bolognese (BO), presentano il volume della collana Quaderni di Archeologia "Un villaggio nella pianura. Ricerche archeologiche in un insediamento medievale del territorio di Sant'Agata Bolognese", curato da Sauro Gelichi, Mauro Librenti e Marco Marchesini.
Saranno presenti: Daniela Occhiali, Sindaco di Sant'Agata Bolognese; Claudio Broglia, Senatore della Repubblica; Paola Marani, Consigliera regionale dell'Emilia-Romagna; Marco Edoardo Minoja, Soprintendente per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna; Filippo Brandolini, Presidente Herambiente S.p.A.; Silvia Marvelli, Direttore del Museo Archeologico Ambientale
Intervengono i curatori del volume: Sauro Gelichi, Università Ca' Foscari di Venezia; Mauro Librenti, Università Ca' Foscari di Venezia; Marco Marchesini, Soprintendenza per i beni archeologici dell'Emilia-Romagna.
Dopo una mostra:"Vivere nel Medioevo. Un villaggio fortificato del X secolo nella pianura padana",tenutasi nel 2003,e l'inaugurazione di un museo: l'Archeologico Ambientale di San Giovanni in Persiceto, nel 2004, sono trascorsi due decenni e oggi è stato dato alle stampe il volume "Un villaggio nella pianura", quattrocento pagine che descrivono la storia di un villaggio altomedievale, scoperto nel 1994 a Sant'Agata Bolognese, ancora oggi uno dei più importanti siti del Nord Italia. Il sito, infatti, un vero e proprio unicum, è di fatto il più vasto e meglio indagato dell'Italia settentrionale, tanto più eccezionale quanto più completa e abbondante è la qualità, la quantità, lo stato di conservazione e la varietà tipologica dei materiali archeologici, archeobotanici e archeofaunistici rinvenuti.
ricostruzione di una capannaIl sito di Sant'Agata Bolognese, insomma, è l'unico scavo che abbia indagato, forse in modo non esaustivo ma certo esteso, un villaggio dei secoli centrali del Medioevo nella pianura padana.
Il volume tocca molti temi, dall'edilizia abitativa alla struttura dell'insediamento, dall'economia ai caratteri della vita quotidiana, e fornisce lo spaccato di una comunità e dei suoi signori, delle loro strategie e dei loro modi di rapportarsi con le risorse, in quei secoli del Medioevo (X-XI secolo) che furono davvero centrali per le società dell'Occidente Europeo.
Le innovative metodologie di scavo applicate, inoltre, hanno permesso di capire l'importanza e la complessità cronologica dell'insediamento, mettendo in luce i suoi forti legami con il territorio circostante, dati questi confermati dalle fonti scritte in cui si evidenziano gli assetti insediativi, politici, patrimoniali e sociali dell'area dove era ubicato il villaggio. Gli studi condotti sui vari materiali ritrovati: ceramica, pietra ollare, oggetti in metallo, macine, fusaiole, vetri, ecc., hanno evidenziato un elevato tenore di vita e una fitta rete commerciale, sia a livello regionale che nazionale. Le analisi ambientali, poi, hanno fornito la fotografia di un territorio fortemente "vissuto", con un'agricoltura sviluppata e un abbondante utilizzo del legno, come materia prima indispensabile per la vita del villaggio.
L'opera si chiude con la risposta alla domanda che più di ogni altra ha tormentato chi si è occupato di questo scavo: come si chiamava questo insediamento? Identificare un luogo tra le carte d'archivio, significa riuscire in qualche modo a relazionarlo con qualcuno e capire come fosse percepito dai contemporanei.
La pubblicazione, il numero 33 della collana Quaderni di Archeologia dell'Emilia-Romagna promossa dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna, è il coronamento del rilevante impegno di vari enti: i Comuni di Sant'Agata Bolognese e San Giovanni in Persiceto, la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Emilia-Romagna e l'Università degli Studi di Pisa, che hanno effettuato gli scavi, studiato il sito, recuperato, classificato e musealizzato i reperti, e diffuse le conoscenze acquisite con mostre, pubblicazioni e conferenze.
Tra gli enti che hanno contribuito alla scoperta dell'insediamento medievale e alla sua valorizzazione va ricordata la Nuova Geovis S.p.A., oggi controllata del Gruppo Hera, proprietaria di alcuni impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti nel Comune di Sant'Agata Bolognese: il sito è venuto in luce proprio durante i lavori per l'ampliamento della discarica intercomunale e la società ha messo a disposizione il terreno, finanziato gli scavi e posticipato la realizzazione della discarica.