Politica e Ambiente

Risanamento e riqualificazione ambientate de “I Regi Lagni” nell’area avellano – baianese, necessaria ed improrogabile

clanioAntonio D'Anna - 20.01. 2014 - I Regi Lagni furono, senza dubbio alcuno, una grande opera idraulica di canalizzazione realizzata agli inizi del 1600, durante il dominio borbonico, per limitare e gestire le cicliche ed ingenti inondazioni dell'allora fiume Clanio che riforniva, rigoglioso, parte della Piana Campania.
Anche nella porzione pedemontana del territorio dell'agro - nolano, area di raccordo tra i Monti di Avella a Nord ed il margine nord - orientale della Piana Campana, sono presenti aste fluviali artificiali, classificate dalla normativa di settore come "corpi idrici artificiali", che appartengono al bacino idrografico dei Regi Lagni e che regolamentano il deflusso delle acque superficiali, dette di ruscellamento. Nell' area avellano – baianese le principali aste fluviali sono l'alveo del Gaudo ed il torrente Clanio di Avella. Secondo un'etimologia, proprio dal nome del fiume "Clanius" in epoca latina, trasformato poi in "Lanius" deriverebbe la denominazione borbonica di Regi Lagni, ove "Regi" è riferito alla dinastia regnante.
Tali corpi idrici sono caratterizzati da un regime torrentizio: concentrano le massime portate nei periodi di intense precipitazioni meteoriche, mentre, per la maggior parte dell'anno, il deflusso risulta praticamente assente o di scarsa entità vista l'esigua alimentazione.
regi lagniA causa della situazione di dissesto della sistemazione idraulico – forestale, presente in particolare nei comuni di Roccarainola (NA) e di Avella (AV), i tratti fluviali sono interessati da fenomeni di erosione al piede degli argini di differente altezza in muratura tufacea, da casi di rottura e di deterioramento delle soglie fluviali, trasversali al corso d'acqua, da formazione di voragini, da distruzione del fondo dell'alveo..
Inoltre, la presenza di una diffusa vegetazione in alveo e lo sversamento di materiali di vario tipo, che rendono questi rami fluviali vere e proprie discariche a cielo aperto, comportano la restrizione della sezione utile al deflusso della corrente.
Di conseguenza, ne scaturiscono, periodicamente, in particolar modo lungo l'alveo del Gaudo nel territorio di Tufino, diversi problemi idraulici e morfologici quali esondazioni con successivo allagamento dei centri abitati, piccoli smottamenti ed erosione accentuata del suolo.
Purtroppo, nel corso dei secoli l'incuria dell'uomo ha portato alla pessima funzionalità di tale opera, prima assai meritoria ed efficiente tanto è vero che oggi alcuni tratti degli alvei versano in un assoluto stato di degrado ambientale. In alcuni tratti, tra Comiziano e Cicciano, addirittura l'alveo è stato completamente ricoperto, impedendo una sistematica perlustrazione dell'alveo e divenendo, in pratica, una vera e propria "bomba", che, in presenza di situazioni di forte ruscellamento, potrebbero scoppiare e rappresentare così un pericolo per l'area circostante. Non da meno la situazione di forte degrado ed anche di tratti coperti, o meglio cementificati, del più importante affluente del Clanio: il Gaudo-Scimminaro, che non pochi danni ed apprensioni causa alla località Schiava.
canale scolo occlusoPertanto, considerati i danni alla dinamica fluviale e la riduzione della capacità di invaso, sarebbe d'uopo un subitaneo intervento di mitigazione del Rischio Idraulico attraverso il ripristino dell'officiosità idraulica nei tratti dell'alveo dei Regi Lagni più esposti ad incuria antropica.
Insomma bisognerebbe prestare più attenzione al territorio ed all'ambiente, piuttosto che alle cementificazioni gratuite. I Borboni sono stati capaci di bonificare i cosiddetti Regi Lagni, noi "moderni", con tutti i mezzi disponibili e le cospicue somme impegnate, siamo sati capaci di riportare indietro il territorio di alcuni secoli, degradandolo e razziandolo. Ma, non ci dobbiamo dimenticare che ... tutti i nodi vengono al pettine. E con tutta quest'acqua che viene giù, sale la tensione, guardando i comunicati di allerta meteo, campanello di allarme di una situazione giunta al ... collasso